SPEDIZIONE CON PACCO ANONIMO
coming out e outing la differenza

COMING OUT e OUTING la differenza e consigli per fare coming out

Ciao a tutt* ragazze e ragazzi,
eccoci qui con il secondo argomento della nostra rubrica di AMA!
Dopo aver parlato di identità sessuale e di chi siamo sotto questo punto di vista, oggi parliamo di differenza tra ‘’coming out’’ e ‘’outing’’.
L’età dell’infanzia e dell’adolescenza coincidono quasi sempre con un periodo di indagine interiore, domande del tipo: ‘’Chi sono?’’, ‘’Chi mi piace?’’, ‘’E perché?’’, ‘’E ora come lo dico che sono gay?’’– non ci lasciano mai in pace.
Quando entrano in scena la pubertà, le dinamiche adolescenziali, l’affetto, il sesso, l’avere una storia, tutte le ragazze e tutti i ragazzi che non rientrano nel famoso binarismo uomo-donna, quindi sono gay o trans per esempio, sono fortemente mess* alla prova da schemi sociali macho-patriarcali e antichi.
La mancanza di informazione e di sportelli psicologici, soprattutto nelle scuole, sicuramente non aiutano. Si sentono stran*, confus* e divers*: non è così!

Il COMING OUT è il dichiararsi gay, lesbiche, bisex, trans, altro.
L’OUTING invece è un reato e corrisponde nel fare coming out ad una persona con terzi senza il suo consenso.

 

Per fare coming out è necessario prima fare un coming out ‘’interiore’’ con noi stess*.

Sono tante le emozioni negative che ci impediscono di affrontare questo percorso, genericamente abbiamo la paura di non essere accettat*, di deludere i nostri familiari e/o il nostro gruppo di amici/amiche o la vergogna.

Il percorso di coming out ha delle fasi che sono state studiate, analizzate e riconosciute; non tutte possono necessariamente avvenire, d’altronde quando parliamo di scienze umane non c’è mai una regola sempre verificata.

FASE DELLA CONFUSIONE: si pongono tante domande che rimangono senza risposta;

FASE DELL’ESPLORAZIONE: si cercano informazioni corrette, si sperimentano esperienze di tipo gay o lesbico e si inizia ad ammettere la nostra natura;

FASE DELL’ACCETTAZIONE: ci si autodetermina e ci si auto afferma come persone LGBTQIA+ , si inizia ad avvicinare il desiderio di ‘’uscire allo scoperto’’;

FASE DELL’ORGOGLIO: si sviluppa quasi una preferenza di ciò che si è rispetto al binarismo uomo-donna, spesso ci si impegna nell’attivismo;

FASE DELL’INTEGRAZIONE: il coming out con l’esterno è automatico e si fa senza molte preoccupazioni e con una grande sicurezza.

Prima di passare a darvi alcuni consigli, voglio darvi uno spunto di riflessione…
ma

è giusto parlare di ‘’accettazione’’ delle persone LGBTQIA+? Cosa c’è da accettare? La natura c’è bisogno di accettarla?

CONSIGLI SU COME FARE COMING OUT:

 

1 CAPIRE LA NOSTRA IDENTITÀ SESSUALE
Come? Non cercate di andare contro le vostre emozioni, il vostro sentire; informatevi e fate esperienze: non c’è nulla di male!

2 CAPIRE SE C’È IL DESIDERIO DI FARE COMING OUT
Personalmente, consiglio il coming out sempre e senza ma: il senso di libertà vale più delle eventuali difficoltà che potrebbero esserci!
PS. Ricordiamoci che il non fare coming out spesso è causa di danni alla nostra salute psichica e fisica.
Allo stesso tempo, non bisogna forzarsi: se non si accende la luce dentro di noi, non si potrà mai avere la consapevolezza e il coraggio giusto per fare coming out.

3 CAPIRE CON CHI VOLER FARE COMING OUT

4 COMPRENDERE IL PENSIERO DELLA PERSONA ALLA QUALE CI DICHIAREREMO
Come? Ponendo domande generali, magari approfittando di una notizia in tv o di una foto vista su Instagram. Per esempio: ‘’Mamma, che ne pensi di (argomento lgbtqia+ trattato in tv)?’’

5 DARE LA GIUSTA COMUNICAZIONE
Dopo aver scrutato la situazione e analizzato le dinamiche, trovare i termini giusti per dichiararsi. Purtroppo non siamo a teatro e non c’è un copione da seguire valido sempre e per tutt*, il coming out è un momento estremamente delicato e ricco di emozioni. Sicuramente andare a far forza su ciò che vi tiene unit* e ricordare che si è sempre persone e si rimane sempre gli/le stess*.

6 DARE IL GIUSTO TEMPO
Bisogna sempre cercare di mantenere il giusto equilibrio tra il desiderio di sentirsi capit* di chi fa coming out e il tempo che il genitore impiega per metabolizzare la nuova notizia, in base anche al contesto sociale che lo determina e le sue radici. Come noi lgbtqia+ ci prendiamo il nostro tempo per capirci ed esporci, lo stesso vale anche per chi non conosceva questo lato fondamentale di noi.

Spero di essere stato chiaro e di aver aiutato, anche se nel mio piccolo, qualcun*, ma capite che dare consigli sempre verificabili quando si parla di persone, di scienze umane, di storie di vita (e tra l’altro dietro uno schermo) non è facile.

Il coming out è un gesto di liberazione, un momento indelebile per la nostra felicità,

ma purtroppo non è sempre così, per questo, mi è di dovere ricordare a chi vive situazioni di difficoltà in merito di chiedere aiuto e di contattare le associazioni e i collettivi a disposizione, senza se e senza vergogna.

Piergiorgio Scaccia

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