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Dipendenza emotiva quando l’amore non è più amore ma dipendenza

Dipendenza emotiva: quando l’amore non è più amore ma dipendenza

Partiamo col dire che la dipendenza affettiva non è ancora diagnosticabile (ci stanno studiando sopra) ma è considerata una delle nuove dipendenze, del resto le persone ci raccontano storie e queste storie hanno a che vedere con il modello che si innesca nelle dipendenze, ma non si struggono per dell’alcol e della droga, o per la pornografia, bensì per una relazione sentimentale.

Avete capito bene, quello che fa male è quello che ci dovrebbe far star bene: l’amore; ecco perché è molto difficile per una persona rendersi conto di essere dentro una dipendenza, perché solitamente non associamo la relazione romantica a qualcosa che ci può creare problemi così gravi e peculiari.

Possiamo vederlo come un modello di relazione che ci porta ad uno stato di angoscia, tristezza, e ansia. Le caratteristiche dal punto di vista clinico sono simili a quelle delle dipendenze da sostanze, quindi avremmo dei sintomi come

una sorta di astinenza da mancanza dell’altro e dell’altra, un investimento di tempo eccessivo dedicato alla relazione, bisogno compulsivo dell’altro, un’esclusione da quelle attività relazionali che avevamo prima (amici, hobby, famiglia, lavoro), un impegno nel cercare di non pensare a questo amore

ma che invece occupa gran parte della nostra mente, ma, soprattutto, una serie di relazioni ripetute senza un profondo attaccamento o relazioni che sono più dolorose che altro.

Insomma si gira intorno, di relazione in relazione pensando che sia “normale” che l’amore faccia soffrire. La regola che dobbiamo sempre tener presente, una delle poche regole universali, che la relazione d’amore ci deve far stare bene, se a fine giornata ci fa stare più male che bene, mmm, c’è da riflettere!

Le storie di amore hanno un grado di dipendenza,

se pensiamo che siamo esseri dipendenti fin da piccoli (pensiamo alla dipendenza dalla madre), sopratutto nella fase dell’innamoramento. E’ normale che ci sia quella passione che ci porta ad una sorta di fusione, di ricerca dell’altro ma quando questo diventa uno schema rigido, quando i due non si vivono come due individui indipendenti che stanno in piedi da soli anche senza l’altro, qui iniziano i problemi. Il vincolo di coppia diventa un cappio che non fa crescere la coppia, ma la soffoca: il desiderio diventa bisogno e il piacere dolore.

La situazione può diventare cosi’ grave dal giustificare il partner nei suoi comportamenti condannabili, che vanno dalla menzogna alla vera e propria violenza fisica,

insomma come per i tossicodipendenti i pazienti con dipendenza affettiva sanno che la relazione che stanno vivendo è disastrosa ma non possono farne a meno.

Solitamente chi soffre di questa problematica si sente inadeguato e vive come se non fosse degno di ricevere amore, non solo, ha il terrore di essere abbandonato dal partner. Questa paura ci porta ad un vero e proprio

“sacrificio”, di noi stessi

della nostra identità, noi spariamo come persone per salvare questa relazione, siamo pronti a negare i nostri desideri.

Questo da spazio a persone egocentriche che si incastrano benissimo in questa situazione, persone che prendono spazio, non disponibili verso l’altro, persone che non sentono il “noi” ma solo l’io.
Succede che qualcuno riesca a scappare da queste situazioni ma la maggior parte delle volte ci ricascano, in un loop senza fine.

Dobbiamo fermarci a riflettere su noi, sulle nostre storie d’amore, e chiederci se stiamo bene, se siamo più felici di tristi ma, soprattutto, chiederci se staremo in piedi anche da soli, se la risposta è sì sarete pronti per una storia costruttiva e piena di soddisfazioni indipendentemente da come andrà. Siate forti, non esiste l’anima gemella, la dolce metà, il bisogno dell’altro, esistete voi, con la vostra identità, pronti a co-costruire un pezzo di vita con un’altra persona.

Se siete in questa situazione e non riuscite a uscirne vi invito a chiedere aiuto ad una o un professionista che vi saprà supportare in un momento così fragile della vostra vita.

Dottoressa Sabrina Gatti

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