SPEDIZIONE CON PACCO ANONIMO
vagina vulva

Mille modi di NON chiamare la VAGINA

Sin da piccolissimi quando ci viene spiegato il corpo umano, il termine “Vagina” non viene mai utilizzato.
Gomito, testa, braccia, gambe…tutte le parti del corpo ci vengono insegnate con il loro nome.

Ma “Vagina” no!

Ci insegnano che quella “cosa” che abbiamo “li sotto” possiamo chiamarla “patatina”, “farfallina”, “passerottina”, “micetta”, “gattina”… in mille modi tranne che il suo.
Crescendo questo tabù è cosi radicato dentro di noi che anche nella vita da adult* ci abituiamo a chiamarla in modi fantasiosi e diversi. Chiamarla “Vagina” è qualcosa di poco elegante, sporco, poco sensuale. Il vostro partner non troverebbe di certo attraente dire “ti lecco la vagina”, fa molto più effetto chiamarla “sorca”, “passera”, “patacca” e chi più ne ha più ne metta!!

Eppure basterebbe andare su Wikipedia per rendersi conto che di sporco non c’è proprio nulla e che li sotto non ci sono farfalle ne gattini, ma una semplice e bellissima V-A-G-I-N-A.

Nei mammiferi, la vagina (dal latino vagina, letteralmente “fodero” o “guaina”[1]) è la parte elastica e muscolare del tratto genitale femminile ed è costituita da un canale fibromuscolare molto elastico che serve da supporto al collo dell’utero e all’uretra. Negli esseri umani, si estende dalla vulva alla cervice. Normalmente, l’apertura vaginale esterna è parzialmente coperta da una membrana chiamata imene. Si tratta dell’organo femminile interessato nel rapporto sessuale e, come canale ultimo, nel parto. Essa canalizza anche il flusso mestruale (mestruazioni), che si ha negli esseri umani e nei primati come parte del ciclo mestruale mensile.

“i Monologhi della Vagina”, è un bellissimo libro di Eva Ensler che ha raccolto i monologhi di 200 donne che hanno condiviso le loro esperienze riguardo alla propria vagina. Un libro che consigliamo a tutti voi di leggere perché ci aiuta ad avere maggiore consapevolezza, maggiore conoscenza e meno paura di essere quello che semplicemente siamo.

“La pronuncio nel sonno. La dico perché non è previsto che la dica. La dico perché è una parola invisibile – una parola che suscita ansia, imbarazzo, disprezzo e disgusto. La dico perché credo che ciò che non si dice non venga visto, riconosciuto e ricordato. Ciò che non diciamo diventa un segreto, e i segreti spesso creano vergogna, paura e miti. La dico perché un giorno o l’altro vorrei sentirmi a mio agio pronunciandola, e non vergognarmi o sentirmi in colpa.” – Eve Ensler

Quante più donne pronunceranno la parola “vagina” tanto più questa inizierà a far parte del nostro linguaggio comune, facendo meno paura e creando meno imbarazzo. Così la nostra vagina diventerà una normale parte del corpo ed esattamente come tutte le altre smetterà di essere demonizzata anzi, sarà così normale da poterla pronunciare nelle scuole quando si studia il corpo umano, con il proprio partner prima di far sesso, dal medico e così via…

Tuttavia non è solo “pronunciare il suo nome” che fa “paura”. La maggior parte delle donne infatti, facendosi bastare le informazioni studiate sui libri di biologia , non conosce i dettagli della propria vagina, non l’ha mai guardata ne toccata. Bene…è la disinformazione sul vostro corpo che dovrebbe farvi paura!

Avete mai preso uno specchietto e messo in mezzo alle gambe per guardarvi?
Sicuramente la maggior parte di voi risponderà di no associando questa risposta ad una sfilata di inutili e banali motivazioni come “non mi è mai venuto in mente”, “mi imbarazzerebbe”, “se lo scoprissero gli altri cosa penserebbero di me”, “so già cosa c’è li sotto perché dovrei guardarla allo specchio”…

Perché? Perché la consapevolezza di noi stesse parte prima di tutto dalla nostra sessualità e dall’amore che proviamo per il nostro corpo e per il nostro io…perciò tirate fuori gli specchietti e date una sbirciatina!!
Dobbiamo imparare ad amarci e a non nasconderci perché il cambiamento parte prima di tutto da noi stesse.

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