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POLIAMORE come si gestiscono sentimenti come la gelosia e il rispetto in una relazione poliamorosa? Parliamo delle difficoltà del poliamore

POLIAMORE, le difficoltà del poliamore

Dopo aver parlato del Poliamore e capito come funzionano e cosa sono le relazioni poliamorose, ci sono venute in mente moltissime domande.
Un complesso e indecifrabile rebus di se e ma.

Le relazioni amorose “a due” sono un meccanismo estremamente complesso, i sentimenti si reggono su un fragile equilibrio dato dal rispetto reciproco, la fiducia, la comunicazione e la sessualità. Come può dunque questo equilibrio, già precario nelle relazioni a due, mantenersi quando i partner coinvolti sono molteplici?
Come si accettano i difetti di più persone e come questi possono entrare in sintonia con quelli degli altri? Come si fa a fronteggiare il sentimento della gelosia e come funziona quando ci si lascia in una relazione poliamorosa?

A tutte queste domande ci ha risposto Hello_policose, la nostra splendida psicologa poliamorosa in questo secondo appuntamento con il poliamore: LE DIFFICOLTÀ NELLE RELAZIONI POLIAMOROSE.

LE DIFFICOLTÀ DEL POLIAMORE

Come faccio a capire di essere una persona poliamorosa?

Ogni persona è poliamorosa in potenza. Perchè? Perché a tutti può capitare almeno una volta nella vita di provare sentimenti per più di una persona, anche alle persone più insospettabili.
Mi scrivono tantissime persone, anche over 40/50, dicendomi che improvvisamente si sono accorte di essersi innamorate di qualcun altro, oltre al proprio coniuge con cui condividono la vita magari da anni e anni. Sono spaventate e preoccupate, perché non vogliono mandare all’aria il matrimonio, ma nemmeno rinunciare alla possibilità di amare ancora.
Vivere in una società che ti costringe a scegliere una sola persona da amare anche quando ti senti di avere più spazio nel tuo cuore… è molto doloroso. È come se qualcuno vi stesse torturando con un marchingegno medievale per strapparvi in due.
In realtà non c’è niente di sbagliato nel provare sentimenti intensi per più persone, ma il modo migliore per manifestarli autenticamente, almeno secondo il poliamore, è essendo etici e onesti con i propri compagni di vita. Chi vive di bugie e sotterfugi non rientra nella definizione di poliamoroso, perché viene meno ai principi fondanti questo stile relazionale.

Come si spiega alle persone che ci sono vicine es. genitori, parenti, amici tradizionalisti…che si sta vivendo una relazione poliamorosa?

Non tutti se la sentono di spiegarlo, perché lo stigma e la disinformazione circa questo stile relazionale è ancora molto alta, e le reazioni possono essere imprevedibili. Nel caso in cui qualcuno volesse fare coming out, il mio consiglio è quello di dirlo molto serenamente, trasmettendo la pace che questo stile dà alla vostra vita, e rassicurando le altre persone che anche se non possono capirvi o non potrebbero mai fare come voi, non è questa la cosa importante. A voi basta avere il diritto di esistere e di vivere così la vostra vita, consapevoli che questo non vi rende meno amabili.

Nel poliamore esiste il concetto di “tradimento”?

Il concetto di tradimento, nella visione monogama tradizionale, è sempre associato al sesso, e così facendo manca di centrare il punto fondamentale: quello che viene tradito è il patto implicito della coppia, ovvero quello di essere fedeli sessualmente e sentimentalmente in modo esclusivo. Nel poliamore, l’unica cosa che può cambiare è il tipo di patto, che di certo non riguarderà l’esclusività, ma può riguardare altre cose. Partendo da questi assunti, diventa chiarissimo il fatto che non è possibile pensare al poliamore come un “tradimento autorizzato”: è una contraddizione in termini, un paradosso.
Di solito i partner poli esprimono bisogni e desideri in modo onesto e poi negoziano degli accordi chiari e definiti (unici per ogni relazione).
Il venir meno a questi accordi può essere considerato tradimento.
Esempio: vedersi con un partner nuovo senza comunicarlo prima, quando l’accordo era parlarne prima di averci un appuntamento. La gravità del tradimento, così come i motivi dietro ad esso, saranno diversi e più o meno discutibili per ogni relazione.

Come si fa a fronteggiare il sentimento della gelosia?

La gelosia non va fronteggiata, va accolta. Essa è un’emozione come le altre, il che significa che è temporanea, e sottende tutta un’altra serie di emozioni, quali ad esempio la paura di non essere abbastanza, di essere abbandonati, di essere esclusi, ecc.
Lavorare su se stessi è fondamentale per abbracciare la propria gelosia, la quale è un messaggio che arriva da dentro, il quale semplicemente ci allerta facendoci notare che percepiamo qualcosa come una minaccia al nostro senso di sicurezza personale.
Non è una tragedia, è normale sentirsi così, e le persone poliamorose sanno che è legittimo essere gelosi. L’importante è non permettere alla gelosia di diventare distruttiva e di arrivare a limitare la libertà dell’altro: quello che sentiamo è una nostra responsabilità.
Esempio: se il mio partner rinuncia ad uscire con una nuova partner perchè io mi sento gelosa (e quindi insicura), non mi sta facendo un favore: mi sta impedendo di lavorare sulla mia insicurezza, mi sta tenendo lontana da quella parte di me che potrebbe crescere.
Per aiutarmi, io ho cambiato prospettiva: cerco di non chiedermi “cos’ha lei/lui in più di me?” ma di dirmi: “Cosa posso dare io ai miei partner che sia unico e che sia un arricchimento che nessun altro può dare?”

Quando l’equilibrio di una relazione poliamorosa può compromettersi?

Per esperienza, una delle cose che più compromette una relazione poliamorosa è la mancanza di comunicazione. Se ci sono falle in questo aspetto, tutto il resto può vacillare. Comunicare in modo onesto e assertivo è la chiave di ogni relazione: nel caso delle relazioni poli è ancora più essenziale, perché le dinamiche sono moltiplicate. Per riuscire a comunicare bene, bisogna conoscere se stessi a fondo, essere sintonizzati sulle proprie emozioni, non aver paura ad esprimerle, anche quando possono essere scomode.
“Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”, scrive Massimo Gramellini. Esporsi emotivamente è perdere l’equilibrio, fa paura, ma è l’unico modo per continuare a camminare nella direzione che si è scelta.

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